LA LEGGENDA DI TODI SECONDO MARCUS TERENTIUS VARRO (nato 116 a.C. – morto 27 a.C.)

6 Feb

LA LEGGENDA DI TODI SECONDO MARCUS TERENTIUS VARRO (nato 116 a.C. – morto 27 a.C.)

Porsenna, fratello del re di Chiusi, cacciato e fuggitivo giunse presso la località chiamata Collemezzo. Mentre i suoi uomini erano intenti a segnare la cinta delle mura della città che voleva fondare, un’aquila ghermì un telo del cantiere e volò imperiosa verso un alto monte, lasciandolo poi cadere sulla sua cima. Come segno di protezione, Porsenna vide l’aquila che inseguiva e uccideva altri rapaci, cacciandoli dal cielo che sovrastava il monte. Egli interpretò questi eventi come buoni auspici per una città protetta dai numi e forte nell’arte della guerra e decise di costruire lì le prime fondamenta delle mura e, insieme ai suoi pochi seguaci eresse un’altissima Rocca ed il monte fu chiamato Aventino, dal latino “adventare” (giungere). La fertilità del territorio circostante favorì lo sviluppo demografico, tanto che in poco tempo gli abitanti divennero oltre diecimila. L’abitato aveva bisogno di un nome e allora Porsenna nominò cinquanta senatori che dovevano, dopo aver invocato gli dei per un propizio segnale, decidere quale nome dare alla nuova città. Trascorsero quindici giorni senza che i senatori ricevessero un segnale divino, tanto che presero la decisione di tornare a Collemezzo. Giunti presso un crocicchio nel bosco, uno dei senatori più venerabile esclamò: “Dove stiamo andando? Invochiamo nuovamente i numi affinché si ricordino do noi”. Appena pronunciate queste parole uno stormo di todi, nobili uccelli, comparve volando quasi a sfiorare le teste dei senatori. Accolto l’auspicio ritornarono verso l’Aventino e dopo questo evento la città fu chiamata Toderizia e gli abitanti vissero pacificamente, moltiplicandosi, per oltre venti lustri.

Lascia un commento