1925 Castello di Belforte
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Da “Todi e i suoi castelli” di Franco Mancini
FIORE – Popolazione nel 1808: 179; nel 1951: 370. Era anche detto Fiore di Mezzo, per distinguerlo da una fortezza, situata più in alto, appartenente a Mariano degli Atti e perciò detta Fiore di Mariano (fu venduta agli Isacchini e poi ai Laurenti): tale fortezza è forse da identificare con quella bellissima – benché semidiruta e cupamente verdeggiante di edere – oggi denominata Fiore Vecchio.
La frazione di Fiore, distante da Todi circa otto chilometri, è, turisticamente, una delle più interessanti: il suo castello, assai ben conservato, si accampa robustamente su di una vasta area quadrata, con le sue torri e la sua porta, alla quale fanno capo stradette tortuose e strettissime, snodantesi tra bigie casupole medievali.
Data l’importanza strategica del luogo, disseminato di fortilizi e di torri (negli antichi documenti se ne menzionano talune scomparse, come Torre di Cristoforo e Torre di Questione), il Comune concesse agli abitanti di Fiore particolari privilegi: così nel 1462 l”università” del castello venne esonerata da ogni responsabilità circa i delitti o i danni che potevano esser commessi ai confini del suo territorio. Su Fiore si abbatté, nel 1494, la furia di Altobello Chiaravalle, che non risparmiò né donne Né bambini.
La chiesa parrocchiale, dedicata a San Silvestro, fu costruita nel 1787: essa si trova un po’ lontano dall’abitato, nella parte più elevata del colle. Di gran lunga più antica (700 circa) è la chiesa di San Valentino de Arcis (nell’omonimo vocabolo, tra Fiore e Ponte Naia), dove ancora si celebra la messa il 14 febbraio e il primo martedì dopo Pasqua. Notevole, anche per la sua struttura, la massiccia fortezza di Belforte, alla sinistra del torrente Arnata (sec. XV).
Lungo la strada Todi-Fiore si incontra il podere di San Lorenzo, dove fu fondato (1218) da Rinaldina Bonadei un monastero di suore camaldolesi, passato assai più tardi ai Cappuccini, che lo tennero fino al 1571, anno del loro trasferimento al Convento di Santa Maria Nuova.
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Castello di Belforte
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FIORE (da “L’acqua dei castelli” di Massimo Rocchi Bilancini)
Fiore è oggi una frazione dall’identità incerta, da cui risulta difficile individuare un centro. Fra tante rocche e fortezze di cui è disseminato il suo territorio (fra tutte, oggi è tornato a spiccare il nucleo di Fiore propriamente detto, trasformato in castello fiabesco dopo il recente e discutibile restauro), questo centro, se lo si vuole trovare, potrà riconoscersi in quel gruppo di case sorte in prossimità del “bivio”, non troppo lontano dalla chiesa parrocchiale di San Silvestro. Fiore è infatti luogo di passaggio prima di tutto. La tappa intermedia di un viaggio quotidiano che porta verso più lontani borghi, a Romazzano, Izzalini e Camerata o verso i paesi baschesi di Collelungo, Morre e Morruzze. È tappa intermedia dove quasi mai ci si ferma, se non per una sosta nella locale pizzeria. Insieme a ciò, per chi proceda nella direzione opposta, ossia dai borghi sopra citati verso Todi, Fiore rappresenta anche un dilemma. Quello di una biforcazione che non si sa mai bene come prendere. Meglio seguire la strada sconnessa, stretta e quasi intransitabile che scende a Pontenaia? O quella, certo più lunga ma più comoda, che va a Pontemartino e risale poi verso Montesanto? Un dilemma, invero, che assale solo il frequentatore sporadico di queste zone, poiché chi vi abita ha le proprie convinzioni e sa quale strada conviene scegliere.
Massimo Rocchi Bilancini
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Fiore Vecchio
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Castello di Fiore
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La chiesa
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Chi cià vecchie fotocrafie o conosce fatti e misfatti successi a Fiore, pote inviamme documentazzioni e scritti, che siranno messi a integrazzione de li cenni storici sussopre pubbricati
Jacopino Tudertino
jacopino.tudertino@libero.it