Archivio | aprile, 2020

L’ARCHEOLOGO DEI SOGNI e le sue rime

27 Apr

 

 

IL POZZO

Secchi di gocce lungo le scale
Braccia pesanti che fanno male
Foschi ricordi di un fare lontano
Quando il lavoro segnava la mano
Ora ti osservo mio pozzo solcato
Tutte le corde che hanno segnato
Per lunghi anni sudato sudore
Attinger l’acqua tirare per ore
E ora che in te si specchia la luna
Getto un soldino e spero…
Fortuna ..

 

 

SIAMO UMBRI

Lungo le sponde del fiume dorato
Scende giù Sciarra l’illuminato
Corre in aiuto di povera gente
Garzon di terra che vive di niente
Ora quei tempi io vi rammento
Correva circa l’anno 300
Il popolo umbro era schiacciato
Dal longobardo vile soldato
Così che Sciarra quella mattina
pregna di sangue fredda di brina
Scese possente, gigante fiero
Inalberato sul suo destriero
Porta con se gente natia
Un incredibile cavalleria
Tutti ragazzi pronti a pugnare
Ma al longobardo non sottostare
E fu’ nel mentre ,come bufera
Dal cielo un aquila enorme e nera
Segno divino colpi’ il longobardo
Fuggito tosto , con fare vigliacco
Siena e Viterbo erano salvi
Riconoscenti mai troppo tardi
Ed oggi sul muro dei prodi priori
Il nostro stemma fa’ mostra li’ fuori
Aquila bella becco dorato
Che quelle genti un di’ ci ha donato
E ci ricorda che popolo siamo
Anche se a volte non rammentiamo
Il cuore impavido che in petto batte
Fa’ cenci al mondo spalanca le porte
E se qualcuno per caso .. disturbi..
Gli ricordiamo … siam noi ..,
Siamo UMBRI..

 

 

ARIA DI FESTA

Nebbie fitte del mattino
Legna e fuoco nel camino
Aria fredda nella mente
E coprirsi è conveniente
Pranzi caldi al focolare
Cose buone da mangiare
Di profumi di ricordi
E di splendidi tramonti
Scorre lungo le stradine
Il ricordo delle brine
Del profumo le ginestre
I vestiti per le feste
I mercati del rione
Sempre pieni di persone
Luoghi sempre tanto amati
Desideri ritrovati
Ogni volta poi andar via
Era sempre un’agonia
Mi domando e nella testa
Questa cosa ancora resta
Cosa lega poi un bambino
ad un luogo a lui vicino?
Forse solo quel sentire ,
Delle fronde lo stornire
L’ Aria buona nei polmoni
O l’arrosto dei piccioni ?
Scherzo , rido, canto e ballo
Quando riesco a ritrovarlo
Quel paese benedetto,
Che per sempre porto in petto.

LE CATENE IN PIAZZA GRANDE

18 Apr

Disegno di Bartolini

 

LE CATENE IN PIAZZA GRANDE

Fino al 1337 le vie che conducevano in Piazza Grande erano sbarrate da catene che avevano il compito di intralciare possibili inruzioni di malintenzionati a cavallo, eventi che accadevano spesso con scaramucce tra fazioni in contrapposizione. Fu in quell’anno che si tolsero e se prima potevano anche essere una divisione tra l’area di spettanza ai nobili e quella riservata al popolo, quest’evento volle eliminare, come si disse, un segno di servitù. Però si rafforzò l’attenzione affinché la Platea Comunis non fosse teatro di crimini e malefatte e si appesantirono le sanzioni per chi commettesse atti contrari al rispetto della legge, così che, lo stesso crimine compiuto nell’area della Piazza Grande, era soggetto ad aggravanti nell’attribuire la pena.

PIAZZA GARIBALDI

17 Apr

 

PIAZZA GARIBALDI

Nel tempo fu chiamata Piazza Piccola, Piazza San Giovanni, Piazza del Comune, Piazzetta, Piazza Nuova. Non era ampia così come si presenta oggi, poiché dalla parte della odierna balaustra insisteva la chiesa di San Giovanni e Paolo che occupava quasi mezza aerea dell’intera piazza. Detta chiesa, trascurata e minacciante rovina fu in parte demolita dai ghibellini nel 1261, atto palesamente ostile nei confronti del priore e dei canonoci guelfi. Nel 1298 fu rasa al suolo per ordine di Bonifacio VIII ed è in quell’occasione che prese il nome di Piazza Nuova. Nel luglio del 1555 si incaricò un tale Giambattista, detto Borgnaccia, di vigilare sul decoro della piazza e sull’andamento del mercato che in essa si teneva. È nell’anno 1882 che il Comune deliberò di dare il nome di Giuseppe Garibaldi ad una via o piazza della città e, poiché in seguito si decise di erigerci il monumento, da quel momento prese il nome di Piazza Garibaldi. Tempi addietro ci fu chi era propenso ad uno spostamento del monumento presso i Giardinetti (Giardini Oberdan) e se fosse avvenuto la piazza avrebbe cambiato nuovamente nome. Non se ne  fece nulla e Piazza Garibaldi è restata col suo toponimo, con il vanto di essere stata centro sociale, culturale e commerciale di Todi.

 

1890 – Inaugurazione monumento a Garibaldi

PIAZZA GRANDE (di Giuseppe Fifi)

13 Apr